Monteverro è un’azienda che si è imposta rapidamente, negli ultimi anni, catturando l’attenzione della critica nazionale ed internazionale. Una realtà che nasce in un territorio piccolo e poco considerato dal punto di vista vitivinicolo, e non lontano da zone storicamente più famose: come la zona del Morellino di Scansano e quella di Bolgheri, luogo-culto del gotha del vino italiano.
Certamente questa realtà vitivinicola dal profilo internazionale ed europeo, che si trova a un tiro di sasso dal meraviglioso borgo di Capalbio, meriterebbe un approfondimento di “geopolitica del vino” ma non accadrà su questa pagina.
Vorrei invece dedicare lo spazio a una etichetta di Monteverro che ho assaggiato di recente. Dal nome poco fantasioso ma di grande impatto autoritario: “Terra di Monteverro“, annata 2010.
Si tratta senza dubbio di un grandissimo vino, e chi lo assaggerà troverà tutti gli elementi da vino rosso importante, costruito ad arte. Beva piena ma armoniosa, tannini di nobile stoffa, sensazioni eleganti di legno….
Questa tipologia di vini merita fin dal principio una certa dose di rispetto. E l’unica forma di rispetto è l’attesa, soprattutto a fronte di un prezzo di listino piuttosto alto.
Sono vini che si fanno aspettare almeno 10 anni. Stapparli prima non avrebbe molto senso, tra sensazioni crude, di legni e frutti. Bisogna berli quando i terziari hanno raggiunto una maturazione più che completa. Quando le belle note di sottobosco e di funghi incominciano a fare capolino sulla scena del palato.
Ecco perché Terra di Monteverro 2010 in questo momento è nello stato in cui amo assaggiare i vini rossi importanti. Uno stato di grazia, tra vecchio e nuovo, lontani da reparti neonatali e geriatrici. La perfezione del tannino vivo, che si fa sentire, ma allo stesso momento in morbidezza.
Rimane un vinone, indubbiamente un Supertuscan, con un blend costituito da un 40% Cabernet Sauvignon, un 40% Cabernet Franc, un 15% Merlot e un 5% Petit Verdot (20 mesi in barrique di rovere francese con 60% di legno nuovo). E deve essere bevuto nelle occasioni giuste, come nelle belle serate autunnali quando i camini ricominciano ad accendersi.